Lungo il Bisenzio le mura formano un angolo (coperto in parte da strutture del Novecento) che nel Cinquecento fu protetto da un piccolo bastione poi ingrandito nel 1555-60 sotto la direzione di David Fortini. Il Bastione era detto delle Forche perché sorgeva sul luogo delle esecuzioni capitali; nel Seicento, franato a causa del fiume, venne restaurato, mentre dopo la smilitarizzazione di Prato, a metà Settecento fu venduto a privati. Scendendo lungo l'argine del fiume a sinistra del ponte si può vedere un tratto del bastione, con paramento in mattoni, con tracce del cedimento Secentesco e, sul fianco, una bella cannoniera coperta, con cornice in pietra a bozze alternate.
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Il ponte esiste almeno dalla fine del Duecento; l' attuale, costruito nel 1946, sostituisce quello cinquecentesco, modificato nel Settecento e distrutto nel 1944.
Fu costruita nel 1847 (della struttura originaria restano pochi elementi) su disegno di Benjamin Herschel Babbage, progettista della ferrovia da Firenze a Prato e Pistoia ("Strada ferrata Maria Antonia"). Inaugurata nel 1848 nel tratto fino a Prato, e tre anni dopo fino a Pistoia, la ferrovia comportò la distruzione di un tratto delle mura trecentesche con la Porta al Serraglio, fiancheggiata da due torri (sul luogo dell' attuale sottopassaggio), e di parte del Bastione cinquecentesco.
Il bastione detto "dei Giudei" è in parte ancora visibile, presso il sottopassaggio che collega via Cavallotti con viale Galilei. Iniziato intorno al 1530 su probabile disegno di Alessandro Vitelli, architetto militare di notevole esperienza che seguì la costruzione delle fortificazioni pratesi per più di un decennio, era completato nel 1536; ma quattro anni dopo furono avviati nuovi lavori di trasformazione ed ampliamento.
Danneggiato dal Bisenzio, il bastione fu restaurato nel 1577 su progetto di Bernardo Buontalenti, e probabilmente intorno al 1645 da Baccio del Bianco.
La struttura in pietra con abbondante calce e spigoli in bozze regolari, conserva alcune cannoniere coperte.
Su un altro tratto di muro assai trasformato vi è un piccolo giardino pubblico; nei pressi vi è la "Passerella", snello ponte pedonale ad una arcata che valica il Bisenzio.
Piazza S. Marco prende il nome dalla chiesa parrocchiale dedicata a quel Santo, documentata dal 1168, che dopo lo spostamento della parrocchia nella chiesa di S. Bartolomeo, fu venduta ai Reali; questa famiglia la donò alla parrocchia di S. Bartolomeo.
La vasta p.za S. Marco, circondata da modesti edifici, in buona parte del XX secolo, ha al centro uno spiazzo erboso sul quale nel 1974 è stata collocata la monumentale scultura in marmo bianco:"Forma squadrata con taglio", opera di Henry Moore, uno dei maggiori artisti del nostro secolo, che è divenuta in breve parte integrante del panorama culturale cittadino. La suggestiva opera è un'architettura di forme organiche, morbidamente vitalizzate dalla luce; la moderna classicità la rende un'emblematica porta, un collegamento aperto tra il passato e il presente di Prato, ruolo ribadito anche dalla collocazione, nello spazio un tempo occupato dalla trecentesca Porta S. Marco o Fiorentina (demolita intorno al 1883 per consentire l'ingresso in città del tramvai), sull'asse dei viali che collegano il Castello dell' Imperatore al fiume e alla retrostante Stazione.